Il prof. afferma:" Il giornalismo tradizionale è morto ed il giornalismo moderno è ancora da inventare. Questo deve essere un fatto stimolante". In questo momento non mi sento molto stimolato, anzi sono un pò amareggiato. Ho paura che questa innovazione già in corso da qualche anno ci conduca ad un'informazione piatta, contenutisticamente scarna, non ho fiducia nell'avvenire.
E poi..la magia della parola? ci sarà ancora spazio per Raccontare nel giornalismo del domani? Io amo raccontare, amo entrare nelle parti più intime dei fenomeni ed osservarli nel proprio farsi, per poi rivelare al mondo ciò che ho scoperto, che ho avuto il privilegio di indagare, spiegandolo con le mie amate parole. Per questo ho scelto di iniziare a scrivere per lo sport, per avere il campo libero da costrizioni e coniugare al meglio cronaca e racconto, giornalismo e narrazione, stabilire un coloquio con il lettore colpendo l'immaginario collettivo degli sportivi.
anche se esistono tuttora, in futuro in "copia-incollisti" rappresenteranno una realtà fortemente numerosa..e io non voglio passare le mie giornate davanti ad un pc prendendo un po' di questo ed un po' di quello, non mi è mai piaciuto l'art attack, e tantomeno Giovanni Mucciaccia..e odio con tutto me stesso la colla vinilica!
Se possibile mi piacerebbe andare in pensione con il giornale cartaceo tra le mani..sarò un antiquato, forse fra un anno cambierò idea ma ora come ora preferisco cavalcare la notizia con le mie mani e pubblicarla con le mie parole.

Parte didattica: Il giornalismo moderno è dunque tutto da inventare, e per farlo la tecnologia assumerà un ruole centrale. Ecco lo scenario che si prospetta nei prossimi anni: non esisterà più un'unica figura di giornalista, ma verranno a crearsi delle nicchie di specializzazione, e si diffonderà un linguaggio dedicato. I futuri operatori dell'informazione dovranno essere anche validi conoscitori della tecnologia, e l'aggiornamento sarà un requisito essenziale. Il numero dei "copia-incollisti" crescerà a dismisura riducendo la quantità dei veri e propri giornalisti per lasciare spazio ai traslatori di immagini e testi. L'attività di questi ultimi sarà sempre più frenetica e la volontà di riformulare, arricchire e personalizzare i testi sarà spesso paralizzata dalle esigenze di mercato, che non concederà loro il tempo necessario per soddisfare tali volontà.
Il mercato è la grande mente che sta dietro a tutto: il giornalismo tradizionale è morto per sua mano e sotto la sua direzione l'immagine ha conquistato l'attuale dominio del mondo della comunicazione. Va notato tuttavia che tale supremazia non porterà tanto alla morte della parola, quanto invece alla sua rinnovata centralità, alla sua riformulazione.

3 commenti:
Vedo che l'argomento ha colpito un po' tutti..io mi sono definito "struzzo nostalgico", che mi rendo conto possa suonare maluccio, però se poi passi da me è spiegato meglio..
Caro ale, penso che sia normale avere paura, ma non credo che il giornalismo si ridurrà al copia-incolla. Sicuramente la velocità sarà un fattore determinante, ma l'originalità e la cultura personale continueranno a fare la differenza. E' una sfida, di certo non moriremo di noia, spero nemmeno di fame!
Già stavo male per le "profezie" stile Nostradamus,(si scriverà così?),del Prof. poi Muciaccia mi ha dato il colpo di grazia!
Cmq,a me tutti questi stimoli che dovrebbe portarmi questo New New Journalism non mi sono ancora arrivati...resto in attesa e intanto mi dispero per la prematura perdita.
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